
In un epoca di calo dell’economia, sentire parlare di realtà aziendali interessanti suscita una certa curiosità e la Chimet S.p.A. di Arezzo merita particolare attenzione per il proprio core business fondato sul riutilizzo di materiali per l’affinazione e la produzione di metalli preziosi.
L’Azienda toscana acquista materiali e rifiuti industriali da altri Paesi, li fonde ad altissima temperatura in speciali forni e ne ricava oro e altri metalli preziosi di comune utilizzo anche per finalità industriali. Lo scarto rimanente è rappresentato da una scoria vetrosa che può essere anche riutilizzata nell’edilizia.
I materiali oggetto del processo di lavorazione solitamente sono carcasse che contengono circuiti elettrici, dove l’oro rappresenta un elemento conduttore importante: computer, schede di telefonini, ma anche aste e montature degli occhiali e marmitte catalitiche. I lingotti così ricavati vengono esportati all’estero: in particolare in Inghilterra e in Svizzera.
L’azienda produce, recupera e vende in tutto il mondo catalizzatori per l’industria chimica, farmaceutica e alimentare.
L’aumento del valore dell’oro, tutt’ora crescente, rende possibile attuare il processo di affinazione abbastanza complesso che altrimenti sarebbe impossibile da sostenere: un computer ne può contenere tra 0,10 e 0,20 grammi per chilo; una marmitta catalitica contiene platino ma anche rodio e palladio. L’argento, per esempio, è contenuto nel lunotto termico delle auto oppure nelle celle fotovoltaiche.
Il processo di lavorazione prevede che l’aspetto ecologico e quello economico si sposino perfettamente e l’azienda ha tutto l’interesse affinché nulla vada disperso o soggetto a spreco. I parametri di emissione sono tra l’altro soggetti a rigorosi controlli di enti e organismi.
La Chimet persegue lo sviluppo delle tecnologie comprese quelle ambientali per cui si avvale da sempre del supporto di ricerca di varie Università, che sono quelle di: Perugia, Pisa, Modena e Ferrara. Ogni lingotto di oro, argento, platino e palladio con tale brand viene accettato da tutte le banche del mondo e ciò rappresenta il massimo del riconoscimento dei metalli preziosi.
L’azienda ha 120 dipendenti, in oltre 30 anni non ha mai licenziato nessuno per necessità economiche ed è sempre più alla ricerca di giovani laureati specializzati in discipline diversificate.